Il cantiere di FSFE Lombardia

Dopo la riunione a Milano dello scorso mese (per la quale ringrazio il prof. Andrea Trentini per l’ospitalità, Carlo Piana per la presenza e gli spunti di riflessione, e tutti gli altri presenti), che inaugura le attività della Fellowship di FSFE in Lombardia, qualche riflessione (a distanza di un paio di settimane).

Un piccolo gruppo di Fellows e simpatizzanti è motivato per costruire nuove attività. Il primo passo è quello della costruzione di un network, per poi passare ad iniziative più ambiziose come il coinvolgimento di LUG o altri gruppi interessati.

Per quanto riguarda le prossime attività: una nuova riunione si svolgerà dopo le feste, mentre verrà valutata la creazione di una mailing list lombardia@fsfe.org. Nel 2013 ci saranno alcuni eventi a cui vorremmo contribuire, tra cui il Document Freedom Day, che si svolgerà nell’ultima settimana di marzo (per il quale un evento verrà organizzato dagli amici del FSUGItalia; altri eventi sono normalmente organizzati su scala locale da altri gruppi).

Se posso fare una riflessione su tutto ciò: si tratta di un cantiere, qualcosa a cui è istruttivo, se non altro per fare una riflessione sullo stato del Software Libero in Italia.

Altre idee che sarebbe interessante discutere.

* la creazione di una mailing list di discussione locale (ad esempio lombardia@fsfe.org);
* la definizione di eventuali gruppi locali di coordinamento;

Spero di ricevere commenti ed altre idee e spunti di riflessione!

Lettera alla Regione Lazio: perché il Software Libero è la soluzione per la PA

Oggi, dopo un po’ di incubazione, abbiamo spedito una lettera alla Regione Lazio, spiegando loro perché è assolutamente necessario che una pubblica amministrazione adotti il Software Libero per i propri appalti, e per ogni altra attività. Background: lo scorso 23 Maggio la Regione Lazio ha approvato la Legge Regionale su “Disposizioni in materia di riutilizzo delle informazioni e dei dati pubblici e iniziative connesse”. Sebbene la disponibilità ad adottare il Software Libero sia apprezzabile, i dettagli saranno determinati da un decreto di attuazione, che probabilmente verrà emanato dalla giunta regionale nei prossimi mesi. Ecco il testo integrale della lettera:

 

 

La Free Software Foundation Europe è l’organizzazione europea pensata per promuovere il Software Libero e lavorare per la libertà all’interno della società digitale emergente. Abbiamo preso visione con interesse del testo della Legge Regionale approvata lo scorso 23 Maggio dal Consiglio Regionale della Regione Lazio.

Riteniamo che solo il Software Libero permetta alla pubblica amministrazione di realizzare i criteri di buon andamento e di imparzialità, assieme ad una maggiore trasparenza, efficienza e responsabilizzazione delle amministrazioni pubbliche, come individuato dagli obiettivi della Legge regionale sotto il profilo dell’Accessibilità ai dati.

Ci felicitiamo del fatto che nell’Articolo 5 della suddetta Legge Regionale vi siano sviluppi a favore della “sostituzione di programmi informatici proprietari con programmi informatici liberi”. In attesa del regolamento di attuazione previsto dall’articolo 12 della Legge Regionale, in cui verranno individuate le modalità e le regole tecniche per il riuso dei programmi informatici, Vi proponiamo un elenco di motivazioni per cui sia le istituzioni che la comunità trarrebbero vantaggio da una migrazione a sistemi basati su Software Libero.

La migrazione verso soluzioni libere è stata scelta con successo da molte pubbliche amministrazioni. Recentemente, il governo francese ha concluso un accordo dal valore di 2 milioni di Euro con gli operatori economici del settore, per il supporto del Software Libero nella pubblica amministrazione [1]. Recentemente, il parlamento Svizzero ha affermato la necessità di avere dei servizi di e-government indipendenti dai produttori, sostenendo indirettamente l’adozione di Software Libero [2].

ADATTABILITÀ, CONTROLLO, SOSTEGNO ALL’INNOVAZIONE E ALLO SVILUPPO ECONOMICO
Il Software Libero può essere liberamente modificato.
La PA può adattarlo alle proprie esigenze come meglio ritiene, con un vantaggio in termini di flessibilità. Qualora non disponga delle risorse umane necessarie, può demandare l’adattamento a partner locali, che non devono fare riferimento al produttore del software. Ciò avvantaggia l’industria locale e favorisce la concorrenza tra diversi sviluppatori di software o fornitori di servizi informatici: l’adozione del Software Libero consente di favorire lo sviluppo delle iniziative economiche private e di progetti tecnologici innovativi. Difatti, la libertà di modificare il software consente agli operatori economici privati di intervenire direttamente sul software.

Grazie alla presenza di molteplici potenziali fornitori di servizi a cui poter far riferimento la migrazione al software libero impedisce il lock in proprietario, cioè l’ingiustificata dipendenza di un ente da un singolo produttore.

Ciò consente alla Pubblica Amministrazione di perseguire gli interessi collettivi anziché quelli di singoli privati, mettendo in pratica il criterio di imparzialità, e fornendo pari opportunità di competizione nel mercato all’industria locale. Durante le ultime elezioni per l’Assemblea Nazionale francese, oltre 200 candidati hanno sottoscritto il “patto per il Software Libero” [3]. Ciò dimostra inequivocabilmente che vi è una vera e propria tendenza a livello europeo verso una maggiore diffusione del software libero, e che questa esigenza è fortemente avvertita dall’opinione pubblica.

RIUTILIZZO DEL SOFTWARE
Il Software Libero è caratterizzato da un tipo di licenza che permette l’uso, l’analisi, la modifica e la redistribuzione del software. Grazie ad esso, le autorità pubbliche possono utilizzare software già sviluppato, o possono fornire le loro soluzioni ad altre autorità pubbliche. Ciò favorisce la cooperazione tra diverse entità, e permette di risparmiare risorse pubbliche, destinandole a sviluppi che ne migliorino le funzionalità. Infatti, i problemi affrontati da differenti organismi tendono ad essere simili e possono essere affrontati efficacemente con uno sforzo comune.

ASSENZA DI COSTI DI LICENZA
L’uso del Software Libero permette di annullare i costi di licenza. Ciò non significa che l’adozione di Software Libero costituisca una scelta priva di costi. L’implementazione, l’adattamento, il supporto tecnico, la manutenzione, il training del personale ecc. generano costi. Una parte di questi costi andrebbero comunque sostenuti qualora si scegliesse una soluzione proprietaria. Tuttavia, grazie alla maggiore flessibilità, il Software Libero risulta notevolmente più redditizio nel lungo periodo.

SOSTEGNO ALL’INNOVAZIONE
La libertà di studiare e modificare il software favorisce l’innovazione e la cooperazione tra cittadini ed istituzioni. Il Software Libero introduce un modello di comportamento basato sulla solidarietà e sull’impegno sociale.

 

 

[1] http://joinup.ec.europa.eu/news/french-government-awards-two-million-support-contract-open-source-2
[2] http://joinup.ec.europa.eu/news/swiss-parliament-demands-vendor-independent-e-government-services
[3] http://joinup.ec.europa.eu/news/well-over-two-hundred-french-assembly-candidates-sign-free-software-pact

The Document Freedom Day in Arezzo

Last Saturday, I had the opportunity to take part to one of the events organised in Italy for the Document Freedom Day. The event was organised by FSUGItalia, and FSFE participated as host. Carlo Piana awarded the City administration of Arezzo for adopting Open Standards within its services.

The event took place in the building of the high school “Francesco Redi”. A good participation of students was recorded.

  • The talk of Alexjan Carraturo, president of FSUGItalia presented an introduction to Free Software. Philosophical, as well as practical aspects were introduced to the audience.
  • An intervention by Italo Vignoli, director of the Document Foundation, covered the subject of Open Standards within productivity office tools.
  • Carlo Piana presented Open Standards from a broader point of view, introducing historical and legal aspects.
  • Stefano Baldan, of FSUGItalia presented HTML5, a brand new HTML standard able to manage video and other media contents without external software (which might be proprietary, as in the Flash case).
  • Marina Latini presented a particular GNU/Linux distribution (openSuse), in order to give students an example of a ready-to-use Free Software operating system.
  • In the afternoon, the opportunity to try and install GNU/Linux was given to interested people.

From my point of view, it was the first Document Freedom Day event I could assist to in Italy. It was interesting indeed to take part to it, after so much international coordination work from Berlin. Useless to say, it was also very interesting to meet other Free Software activists who were involved to the organisation of the event in Arezzo.

The reaction from students, from professors, from the school staff and from the City administration of Arezzo, was very good. I hope that the experience of Arezzo will be a step towards a broader adoption of Open Standards within public organisms in Italy.

Il 28 marzo è il Document Freedom Day, la giornata mondiale per la liberazione dei documenti.

Tra due giorni festeggiamo gli Standard Aperti e i documenti liberi, e alla FSFE siamo già in fibrillazione. Oltre 30 eventi, in tutti i 5 continenti sono registrati, mentre noi della FSFE ci occupiamo del coordinamento internazionale di tutti gli eventi. I continenti più coperti sono l’Europa e l’America Latina. Ma perché è così importante celebrare gli Standard Aperti, promuovendone l’uso?

Rispetto ai documenti di tipo tradizionale, ad esempio una lettera scritta a mano o battuta a macchina, o una rivista patinata, i documenti elettronici necessitano di programmi informatici che siano in grado di leggerli, e risentono inevitabilmente del formato in cui vengono diffusi. Questo non è necessariamente un problema, a condizione che le caratteristiche del formato in oggetto siano note a tutti, e che siano sfruttabili senza costi aggiuntivi (ad esempio rappresentati da brevetti che gravano sui formati). Queste caratteristiche definiscono uno standard aperto, e non esistono ragioni per non preferirne l’uso.

Lo scambio di documenti salvati in formato proprietario è un ostacolo per la leggibilità degli stessi documenti. Ciò è molto pericoloso: si pensi alle attività di coordinamento necessarie per risolvere qualsiasi situazione di crisi. Nel 2005, in seguito ai tragici avvenimenti che seguono lo Tsunami in Asia sudorientale, occorre un coordinamento rapido tra le autorità di diversi paesi al fine di assicurare che le operazioni di salvataggio si svolgano nel modo più efficiente ed efficace possibile. Ma queste autorità si sono ciecamente affidate all’uso di standard chiusi e proprietari (peraltro diversi tra loro), che hanno rallentato e reso inutilmente difficoltose le attività di coordinamento

[…] The tsunami that devastated South Eastern Asian countries and the north-eastern parts of Africa, is perhaps the most graphic, albeit unfortunate, demonstration of the need for global collaboration, and open ICT standards. The incalculable loss of life and damage to property was exacerbated by the fact that responding agencies and non-governmental groups were unable to share information vital to the rescue effort. Each was using different data and document formats. Relief was slowed, and coordination complicated. […]

Mosibudi Mangena, Opening address of SATNAC 2005

I formati non aperti e proprietari rappresentano un ostacolo allo sviluppo di programmi in grado di leggerli. Infatti, se le specifiche di un certo formato non sono disponibili, non posso neanche creare un programma che sia in grado di leggerli. Naturalmente la loro diffusione ha effetti negativi sullo sviluppo di Software Libero. Più in generale, il mancato utilizzo di Standard Aperti impedisce il funzionamento concorrenziale del mercato dell’informazione. Come per tutte le inefficienze del mercato,la società paga un costo, perché se io non posso scrivere un programma in grado di gestire un certo formato (magari dandogli una licenza che lo renda Software Libero), non posso neanche trarne nessun beneficio economico, quindi ho una perdita di reddito.

Chi ne trae vantaggio sono gli enti che hanno sviluppato i formati proprietari, omettendo di renderne note le specifiche e magari sviluppando un software proprietario in grado di leggere questi formati. Queste entità percepiscono un’ingiustificata rendita monopolistica dallo sfruttamento dei formati proprietari.

L’uso e la diffusione di standard chiusi e proprietari da parte dello Stato è ancora più paradossale. Non solo perché il mancato guadagno da parte di privati che potrebbero sviluppare programmi e poi venderli genera inevitabilmente un gettito erariale inferiore,ma perché i fondamentali requisiti di buon andamento e di imparzialità (ai quali la Pubblica Amministrazione dovrebbe ispirarsi), non vengono rispettati. E questo è molto brutto, soprattutto perché chi ci guadagna sono spesso delle multinazionali straniere. Ecco perché mi arrabbio in modo moderato quando ricevo un documento in formato non aperto, perché magari la persona che lo fa non ci pensa, o non è a conoscenza di quanto sia inutilmente dannoso diffondere questi documenti; ma mi indigno quando chi lo fa è un istituzione pubblica, perché quest’ultima è tenuta a porsi il problema.

Digital Restrictions Management. What is it about?

What is DRM?

A Digital Restrictions Management system is a technology built into an electronic product or service with the aim of limiting its range of possible uses after purchase. It is designed to limit users’ behaviour considered as inconsistent with vendors’ agenda.

  • DRMs restrict people from perfectly legal behaviours, like putting together a music mix, lending a movie to a friend or making a security copy for oneself.
  • DRMs worsen the digital divide for impaired persons. They might be prevented from changing a media format into one they can have access to. For example, publishers protested against the capacity of an eBook reader to electronically convert text into speech.
  • DRM are designed to be defective, limiting the possible uses that can be done of a product by its very owner.

The incompatibility danger

There is a huge range of reciprocally incompatible DRM technologies available on the market. This makes every single device potentially incompatible with the other, and every different data format locked to a specific product.
Digital media’s future is dependant from external events like a bankruptcy or a corporate decision, that can compromise at any time the readability of your book of your music.

The privacy danger

Digital Restrictions Management provides vendors and media publishers with access into our devices. They allow media corporations to have access to sensible data as books being read or music being listened by a certain user.
This easily leads to abuses, as the removal of unwanted contents. That happened in 2009 with George Orwell’s “1984” copies detained by Amazon Kindle’s users.

The danger for Arts and Creativity

Access to knowledge determine the opportunity to produce more creative work by inspiration. DRMs’ aim is to restrain access to existing material. This undermines innovation and brakes creativity.

European and national legislators should encourage an universal accessibility of culture, thus rejecting DRMs.

Sources: DRM, The strange, broken world of DRM, The EDRI papers, by FSFE. Distributed under a C.C. licence 3.0.
http://defectivebydesign.org
http://drm.info

Updates in the Booth guidelines…

These days, I am working extensively on updating the Booth procedures, in order to make things easier for anyone who wishes to set up a FSFE booth in town, spreading the voice about Free Software and FSFE mission and work.
Your comments and feedback are very welcome.

Do you have experience in organising booths? Did you notice recurrent problems that you would like us to take into account of? Please let us know!

Working on the Booth…

My next challenge is the one to re-organise and restructure a bit the procedures for setting up a FSFE booth. Basically our Booth page will be improved, and new material (posters…leaflets…) will be made available soon.
I started today this new project, whose main purpose is: making life easier for volunteers who wish to organise a booth. Your input is very important: please let us know your opinion about that! What do you think the most important things which need to be improved are? What are your experiences about FSFE Booths? Looking forward to receiving your feedback, as this is supposed to be an open process 😉

Una società digitale libera

Una nuova traduzione italiana del discorso di Richard Stallman “A free digital society” tenuto a Sciences-po (Parigi) lo scorso 19 ottobre è online sul sito del progetto GNU:

www.gnu.org/philosophy/free-digital-society.it.html

Ho avuto l’onore di collaborare alla traduzione di questo talk insieme a Roberta. Grazie anche ad Andrea che si è occupato delle revisioni.

Approvato un emendamento alla Legge Finanziaria sul Software Libero.

In seguito all’approvazione di un emendamento presentato dai Radicali, la legge finanziaria approvata oggi contiene un riferimento all’adozione del software libero da parte delle pubbliche amministrazioni.

Secondo questo paragrafo , alla pubblica amministrazione sarà richiesto di valutare l’acquisizione di programmi informatici apparteneti alla categoria “del software libero o a sorgente aperto”.
Fa piacere che l’emendamento proponga una distinzione tra il “software libero” e il “software a sorgente aperto” (o open source), in quanto ciò mostra che il legislatore è conscio dei diversi gradi di libertà garantiti da differenti licenze.

Il software libero è adatto ad essere adottato dalla pubblica amministrazione, non solo perché i sorgenti sono aperti, ma soprattutto per motivi etici e pratici.

Il Software Libero rispetta la libertà degli utenti, permettendo alla pubblica amministrazione di essere responsabile, trasparente e attenta ai bisogni dei cittadini.
L’approvazione di questo paragrafo è da considerarsi come un piccolo passo nella giusta direzione: quella di un’adozione più generalizzata del Software Libero dalle istituzioni finanziate con denaro pubblico.

Considerando gli obiettivi e le caratteristiche della Pubblica Amministrazione, l’adozione del Software Libero dovrebbe essere preferito da qualunque servizio pubblico (includendo le scuole, l’apparato giudiziario, l’apparato amministrativo), a meno che non si provi che non vi siano alternative al software proprietario.

Per garantire pari opportunità di accesso ai documenti della pubblica amministrazione, evitare gli accordi di monopolio, ed assicurare il rispetto del principio di concorrenza, gli standard aperti dovrebbero essere utilizzati per la diffusione di documenti digitali.

YacY gets an extraordinary press coverage

YacY is the brand new search engine, based on a peer-to-peer technology instead of a centralised one (see our press release here). Probably one of its best features is the flexibility, as the results of the research is not defined by a central authority, but by the community as a whole. Personally, I also like the idea by itself, because the whole system relies on a collaborative network, and its technology is based on Free Software.

FSFE’s press release was greeted very well by the press, and we obtained an extraordinary coverage, which is a GoodThing ®.

For instance, the story was reported by:

Concerning the blogosphere and the on-line news services, YacY was announced by Punto-Informatico (IT); Le Monde Informatique (FR); ComputerWorld (CZ); Korrespondent (UA); Kaldata (BG) IDG Now (BR); ComputerWeekly; ZDNET; japan.internet.com (JP); eWeekEurope (GB); PCWorld (MX); thing (GB); The Hindu (IN); Wired (IT); TheMarker IT (Israel), ITNews (SK); Ipon (HU); Forbes; the H-Open; Pro-Linux (DE); Heise (DE); NetworkWorld; Slashdot.