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Archive for May, 2005

Il 2% di dubbi sui brevetti software

Thursday, May 19th, 2005

Il prof. Fuggetta scrive nel suo blog un commento sui brevetti software e pone questioni fondamentali che tormentano non solo lui, ma anche altri.  Il professore è convinto “al 98%” che i brevetti banali siano un danno, ovvero che la piega presa dall’Ufficio Brevetti USA (USPTO) sia deleteria e le loro pratiche vadano fermate.  Come ogni persona saggia e intelligente il professore ha però dei dubbi (e chi non ne ha): si chiede perché alcune invenzioni nuove, mai viste prima e utili non dovrebbero essere brevettate per essere sfruttate economicamente dall’autore.  Porta due esempi, il primo è lo spreadsheet (il foglio di calcolo) introdotto da Dan Bricklin nel 1978, il quale non riuscì a farne un successo commerciale, superato da  Lotus 1-2-3 e poi Excel di Microsoft.  Fuggetta si chiede: «Non meritava Bricklin di sfruttare commercialmente la sua idea?»  La domanda è posta in modo subdolo e lascia intendere che Bricklin non abbia sfruttato commercialmente la sua idea il che è falso (come scrive lo stesso Bricklin sul suo sito).  Innanzitutto dobbiamo cercare di chiarire cosa è l’oggetto meritorio di tutela visto che il concetto introdotto da Bricklin è un’intuizione sicuramente originale, certamente utile, però non è possibile considerarla un’invenzione senza creare i danni di cui il professore è sicuro al 98%.   Bricklin pensa, studia (è uno studende MBA) e viene fulminato da un’idea mentre va in bicicletta in campagna.  Il prototipo (chiamato VisiCalc) viene sviluppato in pochi mesi, codice assembler su un Apple ][.  E’ evidente che il lavoro, lo sforzo intellettuale da remunerare non sta nella passeggiata in bicicletta, ma nei mesi di lavoro svolti in un sottotetto a scrivere codice.  Questo sforzo si è deciso ex lege illo tempore di coprirlo con il diritto d’autore: Bricklin e il suo socio hanno lavorato, hanno segretato l’oggetto del lavoro in codice binario e venduto il prodotto un tanto a scatola.  L’azienda (ha avuto tanti nomi, compreso VisiCorp) ha prosperato, il programma è stato portato su varie piattaforme e alla fine l’azienda è stata acquisita da Lotus Development Corporation.  Bricklin è stato un pioniere e ha avuto modo di guadagnare onestamente del suo lavoro di programmatore grazie al copyright. Il secondo caso che il professore propone è invece più interessante: i suoi colleghi al Politecnico di Milano hanno elaborato uno pseudolinguaggio basato su XML per generare visivamente siti web.  Qui mi chiedo di nuovo dove sta l’oggetto meritorio di tutela: nel codice, il CASE e l’interprete che dal XML genera il sito web oppure nell’idea di usare un descrittore generico di alto livello per ottenere in output un sito web?  Il dubbio del professor Fuggetta è che senza il brevetto una IBM qualsiasi potrebbe replicare il lavoro dei suoi colleghi (ricordo: vari anni uomo di lavoro) con programmatori cinesi e malesi e così distruggere l’azienda che commercializza il prodotto webml.  A me il discorso non torna: se davvero IBM ha bisogno delle funzionalità di WebML fa prima a fagocitare WebRatio che a investire anni di sviluppo in un prodotto dalle funzioni simili (brevetto o non brevetto è uguale).  Il discorso quindi non regge proprio.  Llo scopo del brevetto è tanto remunerare l’inventore quanto insegnare alla società come replicare l’invenzione.  Diamo un’occhiata insieme al brevetto depositato dai professori del Politecnico: Fuggetta indichi dove stanno le istruzioni per replicare la supposta invenzione.  Per replicarla servirebbero ugualmente 10 anni uomo ugualmente o no?  Allora cosa ha guadagnato WebRatio depositando il brevetto? Ha guadagnato la possibilità di licenziare il brevetto, il che non è poco effettivamente: visto che si può fare in USA perché non approfittare.  E cosa hanno guadagnato la società, le altre imprese, i consumatori e i cittadini?  Niente.  Anzi, ci stanno rimettendo.  Perché?  Basta pensare al fatto che se domani IBM o un altro volesse inserire in Eclipse (esempio a caso) un plugin sviluppato in proprio (anni uomo di lavoro) che realizzi un modello e un metodo per la specificazione, il progetto e la validazione di siti web non potrebbe farlo senza rischiare di essere portata in tribunale da WebRatio.  Il mercato perde quindi in concorrenza e possibilità di scegliere.  I brevetti software sono utili al mercato finanziario che è incapace di valutare monetariamente le innovazioni, specie se sono drastiche (vedi quanti anni ci sono voluti a Bricklin per far capire di aver avuto un’idea geniale) e sono utili agli avvocati brevettisti. Il brevetto è un monopolio temporaneo il cui costo sociale deve essere ridotto dall’insegnamento inventivo: nei brevetti software non c’è tale insegnamento per cui per me il discorso si ferma.  Tantomeno vedo premesse per ricominciarlo fino a che gli avvocati che vogliono i brevetti mi propongano delle alternative valide che lascino intatte le premesse del brevetto (quelle di B. Franklin) e si abbandoni il copyright per il software (i due istituti sono giuridicamente incompatibili).  Sono sicuro al 98% che non ci stanno neanche pensando 🙂

Vitruvian plussy

Tuesday, May 17th, 2005

Well, it seems that this strange spring is inspiring me for some reason. Here is an elaboration of the famous drawing of Leonardo, the “Vitruvian man”, quite a symbol of the renaissance.  The result is almost blasfemy but I had fun doing it. I have used inkscape and GIMP. Sources in both formats are included. xcf GIMP file svg inkscape file

The “Freedom Fighter’s move”

Sunday, May 15th, 2005

We all have our silly periods during the day. Well, this morning I was talking to my wife and she started making silly karate-like moves making funny cartoon-like noises, screaming things like Wahhaaa, shazam, ahhsooohtah… and I won’t go in deeper details. Then this picture came out … hope you enjoy the “Freedom Fighter’s move” that resulted from this childhood regression.  Take your pictures doing this move in public places if you dare: you might become populare between the other Fellows and become the official Hero of the week. There are two options to perform the move: one is using the open hands, the other is with fists.  I am not sure wich one works best.  Comments appreciated.

Having some fun with Blender

Wednesday, May 4th, 2005

As an architect, I have started playing with 3D modeling during the latest years at university.  Those where the times when Amiga still rocked at 3D modeling (Lightwave, Imagine and others) … but not only there was no free software modeler for Amiga, but experimenting with the models was quite frustrating: rendering the test scenes could easily take 20-40minutes, so preparing any scene, choosing lights, textures, materials was an art of predictions.  No trial and errors allowed.  At least that is what I felt.  Then, when I bought my first PC I tried other modeling tools, all proprietary, but the results where still disappointing … and I finally gave up. Until today, that is.  I have installed Blender on my GNU/Linux system… I have to say that OpenGL is a whole different experience. I can see the shaded scene and change it in real time (shading a simple sphere took 20 minutes on the Amiga with 68030 processor + FPU and 4Mb of RAM)… WOW As an experiment I have put together a few green boxes to replicate the Fellowship logo (how shall we call it?  pLussy? it recalls a + sign).  Here it is.  In the next days I hope to be able to add more things to the scene.