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Archive for the ‘free software’ Category

The Ball in the Hole

Tuesday, March 20th, 2007

Silvano kysucix will show what you can do with Free Software and a creative mind.

The ball in the hole is easy and fun. Using a colorful ball you can delete your projected image to see what (or who) is in the hole.

 See the videos and pictures here.  The next exibition will be in Milan (ITA), March 21st @ La Cueva No-Art Gallery. We should keep it in mind for Advocacy events.

Second Life embraces the Inevitable

Monday, January 8th, 2007

 

Oh, no! Tell me this is not for real… what day is it today? April 1st? No, January 8th… Goodbye productivity, farewell real life: Second Life client is Free Software and I foresee a 2007 rich of sleepless nights 🙂

Embracing the Inevitable «

I am proud to announce the availability of the Second Life client source code for you to download, inspect, compile, modify, and use within the guidelines of the GNU GPL version 2.

Tell Mapuche Indians to use Free Software

Monday, November 27th, 2006

A very interesting story from CNN:

Chile’s Mapuche Indians allege that Microsoft translated Windows software into their native language without getting tribal leaders’ permission. The tribe went so far as going to court accusing Microsoft of ‘intellectual piracy’.

Somebody should tell them that it would be simpler and easier not to buy Microsoft products and promote Free Software since it can come in their language with all freedoms attached.

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Jabbin looking for beta testers and packagers

Monday, July 31st, 2006

I have been asked to relay this information and I happily do so:

The Jabbin project is looking for packagers and testers.  Jabbin is a multi-platform Jabber free software client, adding VoIP feature (it is possible to speak with GTalk users) and a new friendly UI .

They have released a new version and would like to focus more on GNU/Linux adding more support and documentation for it.

At the moment they have only the rpm package for SuSE, but more packages are necessary: Debian, Fedora and Ubuntu, at least.

To collaborate please contact the developer Stefano Grini via jabber JID stefanogrini@jabber.org

Una guerra senza prigionieri: DRM e GPLv3

Sunday, March 12th, 2006

Alcune delle critiche più feroci alla Free Software Foundation (FSF) riguardano la chiara presa di posizione contro le tecnologie note come DRM, Digital Restrictions Management (o anche CRAP). I sistemi DRM sono una forma di controllo dei contenuti, pensata dall’industria dell’intrattenimento e applicata dai produttori high-tech, per limitare i diritti degli utenti nella fruizione privata di media quali film e musica digitali su una vasta gamma di apparecchi digitali (TV, PC, videoregistratori). Pubblicando la bozza della licenza GNU GPLv3, di fatto la FSF ha dichiarato guerra totale a questi sistemi, che fanno il paio con l’hardware modificato chiamato Treacherous Computing (o Trusted Computing, TC). Una guerra totale che non ammette né sconfitte né prigionieri.

Quello che nessuno è stato finora in grado di spiegare è se esistano e quali siano gli impieghi ‘utili’ per i sistemi di DRM. Vorrei tanto leggere la descrizione di un caso d’uso, un diagramma di flusso, qualsiasi cosa che racconti come e perché i DRM e il TC siano utili. Io non sono riuscito a trovare alcuna motivo soddisfacente.

Linus Torvalds in un’intervista a Forbes dà un suo esempio di uso lecito dei DRM, quando afferma:

La tecnologia è la stessa che consente la cifratura del 
tuo “caro diario”, quando confessi al diario le tue paure
segrete e i cattivi pensieri che non commetteresti mai,
però non vuoi che altri vengano a sapere di tali pensieri
in nessuno modo. A quel punto non si tratta più di DRM,
ma di privacy.

E aggiunge, ‘Tecnicamente è la stessa cosa’.

No, non è la stessa cosa. L’esempio non calza perché il “caro diario” è controllato direttamente da chi lo scrive. È l’autore del diario a decidere chi può leggerlo e chi no. E lo fa in completa autonomia, senza intermediari. Questo tipo di privacy peraltro è già possibile, come è possibile scambiarsi messaggi di posta elettronica cifrati che sono leggibili solo all’autore e al destinatario.

I sistemi DRM finora proposti invece non lasciano la decisione all’utente. Prendiamo ad esempio i videoregistratori digitali. Ce ne sono tanti sul mercato, già pronti e funzionanti da attaccare al cavo dell’antenna sul tetto o alle nuove TV digitali.

I nuovi segnali digitali inviano un codice all’inizio della pubblicità e il software sui nostri videoregistratori risponda al segnale bloccando la funzione di ‘avanzamento veloce’. Ed ecco il problema: il mio registratore non è più mio, ma qualcun altro lo controlla per me e decide che la pubblicità per me è cosa buona. Altri videoregistratori, collegati a Internet, spiano i loro utenti, cosa guardano, a che ora, in modo capillare. Altri ancora fanno sentire in colpa, tramite schermate studiate per incutere timore, i papà ogni volta che trasferiscono su DVD i cartoni animati preferiti dai figli. Non sia mai che i bambini guardino il film fuori dalla programmazione stabilita dagli imperatori della televisione. Grazie ai sistemi DRM, la tradizione consolidata della piena disponibilità dei media da parte dell’utente sta per fare luogo a un regime di pieno controllo digitale nelle mani dell’industria dell’intrattenimento.

Ma cosa c’entra la GPL e il progetto GNU? C’entra perché una consistente percentuale dei videoregistratori digitali in commercio usa il software del progetto GNU, o software distribuito con la licenza GNU GPL. Questo vuol dire che i produttori di hardware ricevono del software che abbiamo appositamente sviluppato e distribuito con l’intento di non impedirne mai uso, modifica e copia. Tali produttori lo modificano con l’intento di arrivare sul mercato con software di qualità e in tempi rapidi. Tutto bene per noi, visto che con il software libero non si vuole impedire il profitto. Tutto male quando invece, tramite i DRM, i produttori dell’hardware tolgono il diritto di modifica e uso del software agli utenti finali. Perchè se costoro provano a modificare il software che attiva il videoregistratore, ne consegue il blocco immediato.

Eccoci allora di fronte ad un evidente squilibrio: la FSF e il progetto GNU distribuiscono il software a patto che chi lo usi conservi a sua volta, sempre e comunque, il diritto di uso e modifica. Ma molti produttori di apparecchi elettronici di consumo fanno propri questi vantaggi, senza tuttavia restituire agli utenti i medesimi privilegi che la licenza GNU
GPL ha concesso loro.

È tutto qui il problema: da un lato le aziende approfittano del software libero per un breve time-to-market, dall’altro però non vogliono rispettare le regole che la FSF impone tramite la GNU GPL.

Questo è il cuore del dibattito che si terrà a Torino con la presenza dell’autore della GPLv3, Richard Stallman. La battaglia a difesa degli utenti contro le eccessive limitazioni dei loro diritti imposte da Hollywood e da Silicon Valley è solo agli inizi.

P.S.: C’è chi ritiene che i videoregistratori digitali fatti in casa funzionino meglio, ed è vero. Occorre tuttavia sapere che anche questi apparecchi già non funzionano più con le trasmissioni ad alta definizione attivate in USA: grazie alla combinazione di sistemi DRM e tecnologie TC il flusso di trasmissione digitale può essere decodificato solo tramite un apparecchio pre-approvato. Da chi? Ma dai controllori, ovvero i produttori di film e cartoni animati, i quali non si fidano dei loro clienti, pensando che la libertà sia qualcosa di pericoloso.